Generale

Generale (553)

E' una prova dell'esistenza sul Palèstro di un centro abitato di una certa importanza.

Dedicati alla triade Giove-Giunone-Minerva. Costruiti di fronte al lato aperto del foro nella parte più alta della città.

E' un'altra prova dell'esistenza sul Palèstro di una città fortificata già in epoca enotria e lucana.

Una delle tante tombe lucane rinvenute nell'estremità ovest di S.Brancato.

Questo vaso prova che gli Enotri intrattenevano rapporti commerciali con le vicine colonie greche dalle quali acquistavano prodotti voluttuari come profumi e simili.

La tomba enotria n. 29, datata nella fase 510-490 a.C., a fossa di forma rettangolare, con i lati rivestiti di pietra, accoglieva un individuo si sesso maschile steso supino. Nell'arredo era presente anche una punta di lancia e un cinturone. Il cratere è di fattura locale, dalle forme armoniche e decorazione geometrica a fasce di gradevole gusto.

Questo reperto riveste una notevole importanza storica e culturale. La stele era esposta in un luogo pubblico o ai margini di una proprietà in modo che l'iscrizione potesse essere letta dai passanti, ciò attesta che quella gente sapeva leggere. La lingua è italica, ma le lettere sono achee, ad eccezione di una a forma di farfalla diffusa nell'erea adriatica dell'Italia centrale, interpretata dagli studiosi come ' f '. Questo dimostra l'inizio della trasformazione dei grafemi achei in grafemi italici per arrivare ad un nuovo alfabeto.

La grotta fu frequentata per diverse decine di millenni, nel paleolitico medio e in quello superiore e in varie situazioni climatiche. L'area è ricca di grotte e come questa anche altre furono quasi certamente abitate, solo che le si sondasse si otterrebbero altre testimonianze.

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