Rappresentazione tradizionale del segno del Leone.
Il primo concio raffigura il segno del Leone. Dovrebbe trattarsi del leone alato Nemeo, ucciso da Èracle nel corso della prima delle sue dodici “fatiche”.
L’arco è a tutto sesto ed è costituito da sei conci raffiguranti alcuni segni dello zodiaco. Tali figure possono essere riprodotte sulla volta celeste unendo le stelle con linee immaginarie in modo diverso da quanto siamo abituati a vedere nei moderni manuali di astronomia. La critica, spesso sollevata, è che la somiglianza tra le immagini ottenute e le figure dei conci sia stata ottenuta selezionando opportunamente le stelle da utilizzare. Tale osservazione cade però di fronte al fatto che lo spazio all’interno delle immagini riprodotte appare vuoto perché privo di stelle visibili a occhio nudo. Basterebbero infatti una o, al massimo, due stelle all’interno delle figure per pregiudicare la somiglianza delle immagini.
Il portale, a giudizio del medioevista Biagio Cappelli, fu scolpito nella seconda metà del XII secolo e quindi in epoca precedente alla realizzazione della facciata. Risale perciò al periodo normanno e risente degli influssi dell’arte araba, bizantina e longobarda. Alla base dei suoi piedritti sono raffigurati due leoni solari, simboli del giorno e della notte. Il portone è del 1688.
La facciata della Cappella delle Anime del Purgatorio, realizzata probabilmente tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo,  mostra una sobria tipologia “a capanna” culminante nel piccolo campanile a vela. Nella parte superiore, tra due finestre, è posta l’edicola centrale con l’immagine della Madonna del Carmine, al di sotto della quale si apre il portale di accesso.
 

Il sapore e le proprietà nutrizionali dei piatti di fagioli sono esaltati dall'apporto di prodotti casarecci e di altri ortaggi.

Sono da sinistra: Bocca della Cappella (Vùcca di la Cappédda) m. 743, La Rotondella (La ritunnédda) m. 837, La Vallina (La Vaddìna) m.749.
Era l'entrata del borgo per asini e cavalcature esterna al palazzo fruibile dalla gente comune.
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