Intelligenza – Fattori

La ricerca ci porta a concludere che l’intelligenza è frutto dell’esperienza. Da questa il soggetto ricava i dati su cui lavora traendo le occasioni per formarsi quel sistema di reti di connessioni neurali che vanno a costituire quei circuiti integrati che consentono le operazioni mentali da quelle più semplici a quelle più complesse. Sembrerebbe, quindi, che l’intelligenza sia dovuta interamente all’ambiente.

Contro questa prima affrettata conclusione si oppongono le seguenti considerazioni:

1 - dalla storia ci vengono notizie di famiglie di musicisti, esempio ne sono quelle degli Strauss e dei Mozart. Ciò prova che l’intelligenza è anche ereditaria. Si potrebbe obiettare che, anche in questi casi potrebbe giocare un ruolo decisivo l’ambiente. Ciò è anche vero in buona parte, ma non è sufficiente a spiegare del tutto il fenomeno.

2 – Anch’io ho avuto dalla mia parte l’ambiente. Fin da piccolo, in chiesa, mi affascinava il suono dell’armonium. Stavo sempre attaccato al lato dello strumento mentre il suonatore di turno lo suonava. In collegio ho seguito anche dei corsi di strumento, ma non solo non sono riuscito a diventare musicista, ma non sono riuscito neppure ad eseguire decentemente alcun brano musicale al piano. Che cosa mi è mancato? Non l’ambiente, ma delle qualità musicali innate: il senso del ritmo, l’orecchio, la coordinazione psicomotoria nelle mani. Qualità legate ai neuroni di quella parte del cervello che presiede alla funzione musicale.

L’intelligenza, allora, è dovuta a due ordini di fattori: uno neurologico che si eredita con i geni e un altro che si apprende grazie all’ambiente.

                                                                  Michelangelo Pucci

 

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