Il Palèstro

 

In dialetto ‘Paléstru’ o Palécastru (= antica città). Il nome, di derivazione greca, gli fu attribuito presumibilmente in epoca bizantina, allorquando l’abitato fu spostato nel pianoro di S. Brancato, come attesta il ritrovamento delle fondazioni di una chiesa di stile bizantino o longobardo in funzione tra il VI-VII secolo e il XII secolo, secondo la datazione degli esperti. In questo periodo il territorio fu frequentato da monaci semieremitici greco-bizantini che, quasi sicuramente, diedero il nome al colle.

 

E’ un piccolo colle di 115 metri di altitudine massima. I declivi sono a forte pendenza sui lati est e sud sulla valle della Fiumarella, a pendenza più dolce sul lato ovest verso le contrade Poiarelli e Lardarìja. Al lato nord il colle è separato dal pianoro di S. Brancato da una sella costituita da brecciame arrotondato di tipo alluvionale, segno che in un’era geologica non lontana (circa 2 milioni di anni fa) a quel livello si trovava il greto della Fiumarella o la spiaggia.
 

In vetta al colle vi è una spianata di forma irregolare il cui livello va dai 100 metri del bordo ai 115 della parte più alta. Il piano copre una superficie di circa 5 ha per una lunghezza di circa 325 m. e una larghezza massima di circa 250 m. . Sull’orlo del pianoro è in evidenza una cinta muraria, di fattura lucana e romana, di circa 1000 m. di lunghezza e 2,60 m. di spessore, realizzata nella faccia esterna da grandi pietre a secco rozzamente intagliate. 
 

Recenti scavi hanno messo in luce tracce di un abitato Enotrio, maggiori evidenze di un abitato lucano e, sovrapposte, fondazioni di abitazioni romane con un tracciato di vie urbane e di un foro. Tronchi di muri appartenenti a tre tempietti, adiacenti il foro, sono stati sempre in vista.
 

Qui nel 1970 lo scavo di una trincea per la posa di un acquedotto portò fortuitamente in superficie il cippo litico con iscrizione in latino del monumento eretto nel I secolo d.C. al duunviro M. Arrio.

Nel terrazzo sottostante la cinta muraria occidentale occasionalmente sono emerse nel tempo, soprattutto all'epoca della costruzione della strada carrabile per Tortora, oggi via Provinciale, numerose tombe lucane a cassa, non ancora indagate dagli archeologi.
 

Non sappiamo con assoluta certezza come si chiamasse questa cittadina. La tradizione ha sempre indicato il Palèstro come il sito dell’antica Blanda, il toponimo risale sicuramente all'epoca della dominazione lucana, Livio in 'Ab Urbe Condita' XXIV, 20 la cita fra le città conquistate dal console Quinto Fabio nel 214 a.C., ciò significa che questo fosse il suo nome nel periodo lucano.

Anche se il nome non è ancora apparso in nessuna iscrizione, gli esperti sono propensi a confermare la voce popolare.
L'approvvigionamento idrico per usi domestici era assicurato da cisterne rifornite dall'acqua piovana defluente dai tetti delle case. Quello per uso potabile era assicurato da fontane sorgive a polla
 (di forma circolare del diametro tra i 120 e i 150 cm) che bulicavano ai piedi del colle delle Crisose, in contrada Pèrgolo a poca distanza dal Mausoleo. Queste fontane non sono più visibili in quanto interrate sotto la superstrada.

Gli scavi archeologici attestano la presenza sul colle di resti fittili di vasellame databili fino ai primi decenni del secolo V e, in maniera più rada, di resti fittili databili alla seconda metà del V e al VI secolo. Ciò induce ad opinare una prima devastazione nella prima metà del V secolo, una frequentazione più scarsa nella seconda metà del V e nel VI secolo, seguita da un abbandono definitivo.
Così, si può supporre che nella prima metà del V secolo d.C. il Palèstro abbia subito saccheggi e devastazioni molto probabilmente ad opera dei Vandali in una delle loro scorrerie dal mare e che nel corso del VI secolo d.C.
 sia stato abbandonato
definitivamente, quasi sicuramente devastato o dai Goti o dai Longobardi, ma la zona circostante come S. Brancato continua ad avere una presenza umana con sparsi insediamenti agricoli di sussistenza (vedi Bizantini). 

                                                                         Michelangelo Pucci

Altri luoghi da visitare: Grotta preistorica paleolitica; Pergolo; Palestro; San Brancato; Rosaneto; Centro Storico; Sarre; Santi Quaranta; Piani del Carro; Pizinno 

 

 

 

 
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