La cappella di Materdomini

La cappella di Materdomini La cappella di Materdomini Michelangelo Pucci

La cappella di Mater Domini, in località Sotto le Grotte, è costituita da un’unica navata rettangolare di circa venti metri quadrati.  

Il più antico documento che ne fa menzione è del 1743, anno nel quale la sua struttura architettonica era certamente diversa dall’attuale, essendo stata modificata negli anni a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.

E’ probabile che in quell’occasione siano stati distrutti i dipinti che lo adornavano. Quelli attuali, forse ispirati ai precedenti e, a dire il vero, non molto belli, furono impressi sul soffitto da Ferdinando Guerrera e raffigurano alcune scene della vita della Madonna tratte dai vangeli apocrifi.

Lo stesso artista probabilmente realizzò l’effige dipinta sull’altare, oggi quasi del tutto scolorita e nascosta alla vista dei fedeli da una statua in cartapesta della Madonna, che è stata posta davanti. Il dipinto richiama il culto dell’Odigitria, «colei che “guida” nel cammino», del quale furono portatori, intorno alla fine del primo millennio, i monaci italo-greci.

Non a caso, per ricordare la comune origine bizantina con il culto di altre Madonne venerate nella zona, la Vergine di Mater Domini – insieme la Madonna della Grotta di Praia a Mare, con la Madonna del Soccorso di Trecchina, con quella del Sacro Monte di Novi Velia e con poche altre delle quali si è persa memoria – viene tradizionalmente considerata come una delle «sette sorelle».

La sua festa, non prevista nel calendario cattolico, si celebra il martedì dopo la Pentecoste, per ricordare i giorni nei quali il Concilio di Efeso, nel giugno del 431, introdusse il dogma della maternità divina di Maria.

Anche l’ubicazione della cappella, ai piedi di una grande grotta, possibile rifugio di monaci eremiti, costituisce un ulteriore indizio sull’antichità del culto di Mater Domini. È comunque più che probabile una sua rivisitazione e un suo rilancio in epoca successiva al Concilio di Trento, da parte degli ordini missionari impegnati a diffondere lo spirito della Controriforma e a contrastare quella che veniva definita «l’arida devozione protestante».

                                   Biagio Moliterni
 

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