Il convento

Facciata della chiesa del Convento Facciata della chiesa del Convento Michelangelo Pucci

Complesso monumentale, in gran parte privatizzato successivamente al 1867.

Fu costruito tra il 1577, anno di inizio, e il 1628, anno di completamento dei lavori, in località ‘Chéapu li Schéali’, oggi semplicemente ‘Cumméndi’, in posizione elevata rispetto al paese e con vista sui monti e sulla valle della Fiumarella fino al mare. 
Era costituito da una chiesa, da un chiostro e da due corpi edilizi a nord e ad ovest disposti a pianterreno e a primo piano.

La chiesa
Esternamente  ha un prospetto molto semplice ma armonico, diviso orizzontalmente da due fasce, una a metà altezza e l’altra a delimitare il frontone sommitale. Il portale rettangolare è sormontato da una vela triangolare con all’interno un dipinto raffigurante l’Annunciazione. Nella parte superiore vi sono due finestre.
La cupola è scandita orizzontalmente da cornicioni anulari coperti da embrici con bell’effetto architettonico e cromatico.
L’interno della chiesa è ad unica navata, lungo le pareti laterali vi sono altari sovrastati da tele incorniciate da colonne corinzie che sorreggono brevi settori d’arco sui quali svettano puttini in gesso.
Tra i settori d'arco nel lato destro prendono posto finestroni che danno luce all'ampia navata e nel lato sinistro i finestroni sono finti. Il presbiterio è coperto dalla cupola a profilo parabolico. Nelle vele di base si intravedono quattro dipinti, ormai sbiaditi, raffiguranti i quattro evangelisti.
Le tele installate sui tre altari del lato sinistro e sul primo altare del lato destro sono quattro:
la prima rappresenta la Madonna del Carmine con San Carlo e Santa Lucia,
la seconda raffigura la Madonna delle Grazie con sant'Agata e Santa Caterina,
la terza riproduce la Madonna del Rosario con Santa Teresa e San Domenico,
la quarta tela è riporta la Madonna Immacolata in atteggiamento orante al centro di una ghirlanda di angeli, è detta tela 'del miracolo' perché il 5 giugno 1650 nel corso di una epidemia di peste bubbonica il volto della Vergine apparve macchiato di rosso che fu interpretato sangue. 
Nelle nicchie sul secondo e sul terzo altare sono custodite le statue in legno di S.Rocco e di S.Antonio.
Nell'abside spicca un trono in rilievo scolpito in legno dorato la cui struttura ripete la facciata di un tempietto di stile barocco. E' scandito da quattro colonne corinzie avvolte da piante rampicanti: due esterne più spesse e alte lo delimitano lateralmente e due centrali più piccole che dividono la struttura in tre scomparti. Nello spazio centrale è ricavata una nicchia con volta a conchiglia nella quale alloggia la statua in piedi della Madonna del Buon Consiglio che regge sull'avambraccio sinistro il bambino nudo. Negli spazi laterali vi sono quattro quadri: i due inferiori più alti con santi a figura intera, i due superiori con santi a mezzo busto. Nel frontone del tempietto sopra la nicchia è incassata una tela con l'Annunciazione di un certo pregio

Dietro l’altare vi è il coro in noce intagliato, ormai gravemente danneggiato dai tarli.  

Il convento

A lato destro della chiesa vi è un portale a blocchi litici bugnati, sulla chiave di volta la data 1628 indicante quella di ultimazione dei lavori di costruzione, è l’ingresso al chiostro. Su di esso il piccolo campanile con due campanelle.

Il chiostro è circondato da un porticato delimitato da agili colonne monolitiche e leggeri archi a tutto sesto. Sopra il porticato corre un loggiato scoperto. 
Attualmente il porticato e il soprastante loggiato sono inglobati per due lati nelle case private.
I due corpi edilizi a nord e a ovest comprendevano, a pianterreno, la cantina, il refettorio, il capitolo, le stalle e gli altri ambienti comuni del monastero decorati con affreschi ormai gravemente danneggiati dall’umidità e dall’incuria; a primo piano le celle degli otto monaci e dei quattro fratelli laici costituenti la comunità. 
Oggi questi due corpi sono occupati da abitazioni private che li hanno largamente rimaneggiati.

Per maggiori approfondimenti vedi Amedeo Fulco: Memorie storiche di Tortora, pag. 165 - Rubettino 2002.

                                             Michelangelo Pucci

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