Il fidanzamento

Il fidanzamento non era un affare privato che si svolgesse fra due privati, ma un affare ritualizzato fra due famiglie.

Sia che l’iniziativa partisse dalle famiglie, sia che partisse dagli innamorati, il fidanzamento ufficiale era un affare di famiglia che doveva svolgersi secondo una procedura ritualizzata.
Al corteggiamento a distanza con sguardi furtivi in chiesa nel corso della messa solenne della domenica con l’accompagnamento distanza a casa della ragazza scortata dalla madre, doveva seguire una richiesta ufficiale: ‘li masciéati’.
La famiglia del giovane mandava due persone a casa della ragazza che ne chiedessero la mano ai suoi genitori.
Di solito si trattava di due donne estranee alla famiglia, parenti o no del ragazzo, ma potevano essere eccezionalmente anche uomini o gli stessi genitori del pretendente se i rapporti tra le famiglie erano già stretti.
‘Li masciatùri’ (gli ambasciatori), per pubblicizzare la loro missione lungo il tragitto e per manifestare a prima vista ai destinatari lo scopo della visita, indossavano delle camicie lunghe con due code secondo la foggia del frac (cammìsi cu li pìttuli).
Giunti a casa della giovane, esprimevano la richiesta di fidanzamento ufficiale con un frasario rituale:
- Bòna sìra ... la madònna sìja ccu bbùji ... vinìemu pi ccùndu di …, vi mànnan’a ddìci si ppòni ricìvi lu nùru di si mbarindéa’ cu bbùji. Lu fìglju …  vò a … vòsta … –    
(- Buona sera … la madonna sia con voi … veniamo per conto di (nomi dei genitori del giovane), vi mandano a dire se possono ricevere l’onore di imparentarsi con voi. Il figlio (nome del giovane) ha intenzione di fidanzarsi con vostra figlia (nome della giovane) ).
Anche la risposta era ritualizzata:
- Lu nùru ghè pùru lu nùostu ..., si Gesù Crìstu vò daccussì, ghìddu ri binidicìssi! -    (- L’onore è anche il nostro …, se Gesù Cristo vuole così, lui li benedica!)
Alle parole seguiva il rinfresco (di solito rosolio fatto in casa e biscotti).
La domenica successiva era opportuno che i genitori del fidanzato facessero visita ai genitori della fidanzata con un presente in un cestino foderato e coperto da fini tovagline. L’incontro serviva pure per definire l’aspetto economico della futura unione.
Da quel momento il giovane era autorizzato a frequentare la casa della fidanzata, ma non poteva toccarla. Tra lui e lei doveva sempre sedere un altro familiare della ragazza.
Il fidanzamento era ufficializzato agli occhi della gente quando veniva permesso al giovane di accompagnare la fidanzata in chiesa per la messa solenne delle feste, seguiti a pochi passi di distanza dai familiari di lei per sorvegliarli che non si toccassero.

                                                                           Michelangelo Pucci

 

                                                         

 

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